Informazioni e curiosità sulla pitaya, un frutto tropicale dal sapore delicato e ricco di elementi nutritivi
Il frutto del drago è diventato molto famoso nel corso degli anni, sia perché si tratta di un superfood che fa davvero molto bene al nostro organismo, sia perché é uno dei frutti in assoluto più instagrammabili. Andiamo insieme a scoprire tutto quello che c’è da sapere su questo frutto tropicale, compresi i benefici e il modo di consumarlo. Scopriremo anche come coltivarlo in casa, per averlo sempre a disposizione.
La pitaya è un frutto tropicale ricco di elementi nutritivi importanti per la salute dell’organismo. È conosciuto come il frutto del drago. Secondo le leggende cinesi infatti si tratterebbe di un vero e proprio uovo di drago. Che gusto ha il frutto del drago? Il sapore del frutto del drago è dolce, una via di mezzo tra il kiwi e la pera. Il suo aspetto è senza dubbio molto particolare. Ha infatti una buccia color fucsia con squame di grandi dimensioni dalle punte di colore verde. La polpa è bianchissima, un contrasto cromatico quello tra la buccia e la polpa davvero ricco di fascino. In realtà esiste anche il frutto del drago rosa, una variante dal colore intenso molto utilizzata soprattutto per la preparazione di frullati tropicali o smoothie dal sapore esotico.
Il frutto del drago è considerato un vero e proprio superfood, dato che possiede una grande varietà di sostanze nutrienti che ci permettono di mantenere in salute l’organismo. Sono presenti nel frutto del drago molte vitamine e sali minerali, ma anche il contenuto di fibre, proteine e acidi grassi è importante. Senza dimenticare poi le sostanze antiossidanti in esso presenti. Il consumo regolare del frutto del drago consente quindi di rafforzare il sistema immunitario e scongiurare il rischio di incorrere in molte patologie. Permette poi di regolare l'attività intestinale, di contrastare la stanchezza fisica e allentare la sensazione di stress che oggi come oggi è molto diffusa nella nostra epoca contemporanea. Protegge il cuore, rende l'organismo più giovane, stimola la rigenerazione cellulare. Il suo consumo è indicato anche per chi deve tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo nel sangue e per chi soffre di anemia.
Questo superfood può essere consumato così com'è al naturale. Anziché sbucciarlo, vi consigliamo di tagliare il frutto del drago a metà e mangiarlo direttamente con un cucchiaino. Il frutto del drago si presta ad essere utilizzato anche come ingrediente per deliziosi e rinfrescanti frullati di frutta, da solo oppure in abbinamento ad altra frutta tropicale o di stagione. È eccellente nelle macedonie, anche con l’aggiunta di zucchero e limone ovviamente. Questo è un frutto che può essere però anche cotto, così da accompagnare carne e pesce proprio come sono soliti fare nei paesi asiatici. Potete passarlo in padella, cuocerlo al vapore oppure bollirlo a seconda delle vostre preferenze. Potete anche mescolare la polpa insieme al succo di limone e allo zucchero, una bevanda dissetante questa che è senza dubbio perfetta per le giornate estive in assoluto più calde.
Se avete un essiccatore, provate ad essiccare la pitaya e gustarla come spuntino durante il corso della giornata oppure ad aggiungerla allo yogurt al momento della colazione. La buccia può essere utilizzata per la preparazione di tisane e infusi oppure trasformata in una deliziosa (e originalissima) marmellata perfetta per accompagnare dei formaggi da servire al momento dell'aperitivo dell’antipasto.
In che stagione si trova il frutto del drago? Questo frutto è disponibile dal mese di maggio al mese di novembre. Fino a qualche anno fa era considerato un prodotto di nicchia, ma oggi invece è molto diffuso, acquistabile presso i supermercati quindi in assoluto più forniti. La maggior parte della pitaya disponibile in commercio arriva a noi dal Messico, da altre zone del Sud America, dall’Asia. Con il passare degli anni però sono nate sempre più coltivazioni anche in Italia, soprattutto nelle zone più calde come ad esempio la Sicilia. Quando possibile sono proprio queste le coltivazioni che dovrebbero essere favorite. Se poi si tratta di coltivazioni biologiche, tanto meglio ovviamente.
Si evita in questo modo infatti di acquistare un prodotto che è rimasto a lungo in frigorifero e che per arrivare a noi ha comportato un inquinamento davvero intenso proprio a causa del lungo tragitto percorso. Nulla vieta ovviamente anche di provare a coltivare in modo autonomo la pianta del frutto del drago. Come? Andiamo a scoprirlo insieme.
La pianta del frutto del drago può essere coltivata sia dal seme che per talea. La coltivazione dal seme è però sconsigliata, non tanto perché sia complessa, quanto perché è in questo caso necessario attendere molto tempo prima che la pianta sia in grado di fare i frutti. Sono infatti solitamente necessari circa 7 anni. I tempi sono nettamente inferiori invece scegliendo la talea.
La pianta del frutto del drago può essere coltivata in vaso? Inizialmente sì, poi è necessario che l’albero del frutto del drago venga messo a dimora a terra. Questo perché si tratta di un albero che in natura può (e deve) raggiungere grandi dimensioni. Non si tratta quindi di una pianta indicata per un orto sul balcone, ma solo per chi ha un giardino o un orto di stampo classico.
È fondamentale che la pianta sia esposta ai raggi diretti del sole. Non teme né il caldo né la siccità. È una pianta piuttosto rustica, che riesce a sostenere anche il clima mediterraneo nonostante sia di origini tropicali. Nonostante questo è fondamentale evitare le ghiacciate. Proprio per questo motivo non possiamo che consigliarvi di proteggere la pianta durante i periodi invernali in assoluto più rigidi.